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Dal diritto di cronaca allo stravolgimento della realtà sociale.

Aggiornamento: 24 lug 2021

Nella attuale società assistiamo quotidianamente allo sconvolgimento della realtà ed alla mercificazione della notizia. Il protocollo internettiano è il sistema per scavalcare la realtà, ciò genera una realtà virtuale sincrona al mondo “trumaniano” in cui stiamo vivendo.




Chiunque può scrivere e pubblicare, e questo può sembrare un bene, la libertà di parola è sancita dalla costituzione, ma nella apparente positività si nasconde lo spettro di elementi molto negativi che portano confusione e incertezza. Non avendo più l’obbligo e la possibilità di verifica della notizia, e non avendo più una responsabilità civica e civile dettata da un codice deontologico e da una professionalità da salvaguardare, questa massa di informazioni “scaricate” in rete sono per la maggior parte paragonabili allo “scarico fognario” di una grande città metropolitana. Insomma sono “Merda”.





Si sono persi il significato di “Verità” e la “Responsabilità” della notizia. “Verità” ha un significato originario ben preciso, riportare un fatto descrivendo esattamente “Come stanno le cose” e non “Come le cose sono viste dal soggetto che scrive” o “Come l’autorità pretende dal soggetto che scrive che esse vengano raccontate”, perché così la “Verità” corrisponderebbe a ciò che il più forte, il più ricco, il più potente di turno desidera. Parimenti si è perso il senso di “Responsabilità” della notizia, dell’informazione come strumento mediatore tra la realtà e l’opinione comune, tra il fatto e la percezione del fatto da parte del lettore.



Dal diritto di cronaca siamo passati allo stravolgimento della realtà sociale e i giornalisti sono i primi responsabili di questo sconvolgimento. Sottocultura e ignoranza non favoriscono l’efficacia dell’informazione, a questi elementi si affiancano le condizioni di lavoro massacranti a cui sono soggetti gli interpreti della notizia, ed i doveri imposti dalle aziende dell’informazione, che li sottopone al ricatto economico.


Un giornalista non può avere limiti culturali e deficienze linguistiche e se vuole essere libero di poter scrivere la Verità non deve essere nella condizione di mercenario. Per fare un giornalismo funzionale, essere efficiente e professionale, un giornalista e coloro che scrivono le notizie, devono essere persone sane, libere e neutre, capaci di scrivere la verità e riportare le notizie con valore, devono avere una coscienza in grado di ascriversi all’interno di fatti che elevino l’essere umano verso valori più alti e rispondenti alla realtà.


Il giornalismo e l’informazione sono oggi in mano a tre forme disumane di potere, gli Sciacalli dell’informazione, le Comari dell’informazione e il Potere di turno. Questi sistemi si approfittano delle debolezze altrui, si prodigano per inquinare e distruggere il nemico di turno e si inchinano al servizio del potentato economico/politico. Sostanzialmente lavorano per creare allarmismo, amplificare situazioni per renderle catastrofiche e generare problemi, al fine di incrementare nel lettore/ascoltatore la paura di fare.




I giornalisti sono complici di questo sistema, coloro che dovrebbero essere i responsabili della notizia, che dovrebbero dare le reali indicazioni di cosa è meglio fare, coloro che dovrebbero avere il rispetto della identità umana ed operare a vantaggio degli individui, sono invece succubi del ricatto imposto.


Il giornalista per fare al meglio il suo lavoro, dovrebbe essere libero e indipendente, avere una accurata conoscenza della struttura linguistica, e non dipendere economicamente dallo scrivere.


Il giornalista in quanto mediatore di realtà tra il fatto e la società ha l’enorme responsabilità di essere fonte dell’informazione che genera l’opinione comune, struttura il pensiero dominante e indica la rotta alla società. Invece di porsi in atteggiamento di critica continua nei confronti di cose che non fa, e che non sarebbe capace di fare, se fosse una persona responsabile si metterebbe nella condizione di raccontare la notizia con la sintesi necessaria e senza introdurre il proprio punto di vista. Dopo aver verificato la notizia esplicitando le cinque regole del giornalismo: chi è, cosa fa, dove lo fa, quando lo fa e come lo fa, ricordarsi perché lui sta scrivendo quella notizia e a quale scopo lo sta facendo. Se lo fa per trarre un vantaggio personale nello scrivere la notizia, per uno scopo economico, di popolarità, di gratificazione, o se lo fa per fornire informazioni utili, a vantaggio del lettore.



Oltre a conoscere la notizia, il giornalista ha il dovere di raccontare il fatto per come è realmente accaduto, deve dare la sua impressione neutra, deve saperla scrivere secondo i codici culturali dei suoi lettori e la mentalità del suo pubblico, ma soprattutto deve dare l’opportunità a chi legge di ampliare la propria conoscenza del fatto, al fine di aumentare la propria coscienza e obiettività sulla storia. Deve riportare la notizia con senso critico per attrarre e provocare il lettore ad operare una sintesi di miglioramento interiore. Fornire informazioni utili può voler dire anche esplicitare fatti negativi per informare i lettori dell’eventuale pericolo e metterli in condizione di prestare attenzione alle dinamiche operanti.



Il giornalista deve saper cogliere il fatto e ancor più saper anticipare cosa quel fatto determinerà, quale direzione prenderanno gli eventi e quali saranno le implicazioni di quel fatto. Perché il fatto è segno della direzione, della vettorialità di dove sta andando l’azione.


In sintesi, il giornalista deve riacquistare la consapevolezza per fare informazione a vantaggio della società, quella stessa società in cui vive e che se capace può contribuire a migliorare. In questo modo agirà consentendo lo sviluppo del senso critico dei lettori, ma per farlo deve raggiungere una maturazione della propria coscienza e l’indipendenza economica.


Fonte: Sistema e Personalità. Cap. "Critica del giornalismo e ipotesi di rifondazione autentica". Antonio Meneghetti. Psicologica Editrice. IV ed. 2007.


Roma 16 Luglio 2021



Dott. Alberto M. Trabucco


-Responsabile Tecnico/Artistico


-Regista e Produttore Televisivo


-CEO Tramaproduction



-Linkedin: Alberto Maria Trabucco

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